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Quarantena, l’inizio del declino del contante, i pagamenti con carta sempre più utilizzati.

La distanza sociale e il declino irreversibile dei pagamenti in contanti

di RICCARDO LUNA – La repubblica

E’ presto per dirlo con sicurezza, ma gli indizi sono chiari: questa pandemia rischia di segnare la fine dei soldi. Non dei soldi nella nostra vita, giacché saremo tutti più poveri. Quella che abbiamo davanti è la fine di qualcosa di molto antico, uno strumento che praticamente esiste dagli albori delle civiltà umane organizzate: la fine dei contanti, la fine del cash. Monete e banconote, ma anche le vecchie carte di credito – quelle senza la funzione contactless – sono invecchiate. Sembrano oggetti di un altro mondo.

Il lockdown da questo punto di vista è stato un test globale impressionante: acquisti solo online, fatti ovviamente con carta di credito; consegne a domicilio pagate in anticipo, con il pacco lasciato al piano terra, senza nessun contatto con il corriere, figurarsi dargli i soldi; e nei supermercati e nei negozi di alimentari, un forte incoraggiamento ad usare i pagamenti digitali. Senza contanti, senza contatto. Del resto la distanza sociale di due metri è inutile se poi ci scambiamo pezzi di carta, di metallo e anche di plastica. L’organizzazione mondiale della sanità lo ha detto chiaramente all’inizio di marzo, quando in Italia il peggio doveva ancora venire, e forse non ci abbiamo prestato la giusta attenzione: il virus del covid19 può resistere anche sulla superficie dei soldi diversi giorni. Già a febbraio le banche centrali in Cina e Corea del Sud, i paesi allora più colpiti dall’epidemia, avevano preso l’impegno di disinfettare le banconote e in Cina persino di tenerle in quarantena quattordici giorni, come fossero esseri umani, prima di rimetterle in circolazione.

Da noi non si sono registrate prese di posizione così clamorose, ma i segnali sono univoci: ci stiamo abituando a usare i pagamenti digitali (online o carta contactless, senza contatto); persino i prelievi al bancomat in qualche paese sarebbero fortemente diminuiti, logico, chissà chi li avrà toccati quei tasti prima di noi. E poi, comunque, spendiamo di meno.

La fine del contante non è una tragedia, anzi: vuol dire pagamenti più efficienti e tracciati, in un paese come il nostro vuol dire dare un colpo significativo all’economia sommersa, quella che riesce a stare alla larga dai radar del fisco. Dal punto di vista tecnologico poi il salto è stato già fatto da tempo con quel settore dell’innovazione che ha preso il nome di Fintech.

Vedremo come andrà con la riapertura, la fase 2, ma anche adesso, continuare a pagare senza cash è più che sensato: insomma se prima ti potevano capitare esercizi commerciali che non prendevano la tua carta di credito, adesso potrebbero diventare una eccezione quelli che accettano contanti, una scelta se non temeraria perlomeno stravagante in tempi di distanziamento sociale. Ma va detto che in particolare in Italia, ma non solo in Italia, le carte di credito e gli acquisti online (che presuppongono una carta di credito collegata) sono anche una questione di inclusione sociale: ci sono cittadini che non hanno un conto corrente e una carta non per scelta, ma per indigenza o per questioni culturali o generazionali. I contanti insomma, non spariranno del tutto, ma con la pandemia il viale del tramonto sembra aver preso una direzione definitiva.

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